Aprire partita IVA come Massaggiatore
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Aprire partita IVA come massaggiatore
Per aprire partita Iva come massaggiatore, è necessario fare riferimento al Codice Ateco 96.09.09, che è quello relativo alle “altre attività di servizi alla persona”.
Il centro massaggi
Una volta preso in affitto un locale da adibire a centro massaggi e dopo aver conseguito l’agibilità rilasciata dall’Asl, è necessario provvedere all’arredo del centro: ciò vuol dire dotarsi di un lettino da massaggio professionale, che – a seconda dei casi – potrà essere portatile o fisso.
Oltre a ciò è necessario comprare gli oli da massaggio, diversi in base ai trattamenti che dovranno essere effettuati, così come gli incensi e le candele, indispensabili per poter dare vita a un ambiente più accogliente e più confortevole.
Per questioni di igiene, sono necessari anche la carta per coprire il lettino, gli asciugamani, le ciabatte usa e getta e gli slip usa e getta. Il ricorso a una divisa non è obbligatorio ma è fortemente raccomandato, anche per trasmettere una sensazione di alta professionalità.
La pubblicità
Per far conoscere la propria attività e per promuoverla nel migliore dei modi, un massaggiatore può aprire una pagina Facebook dedicata e distribuire biglietti da visita e volantini, su cui indicare il numero della partita Iva, l’indirizzo di posta elettronica a cui i clienti lo potranno contattare, il numero di cellulare, l’indirizzo del sito web o della pagina Facebook e, ovviamente, la lista dei servizi offerti.
Gli adempimenti burocratici
Tra i vari adempimenti burocratici da rispettare dopo aver aperto la partita Iva come massaggiatore, non ci si deve dimenticare di sottoscrivere un’assicurazione di responsabilità civile per la categoria: si tratta di una c professionale per operatori del benessere che mette al riparo da qualsiasi inconveniente o imprevisto.
Per quel che concerne i contributi per la pensione, invece, è necessario fare riferimento alla gestione separata Inps, che non è altro che la cassa previdenziale dei liberi professionisti che non sono iscritti a un albo.
L’aliquota percentuale prevista è pari al 27.72%, a meno che il massaggiatore non versi già i contributi perché dispone già di una forma previdenziale sociale.
Se si pensa di avere un volume di affari limitato, si può pensare – sempre dopo essersi consultati con il commercialista – di aprire la partita Iva con il regime forfettario, vale a dire l’ex regime dei minimi.
Per usufruire di tale agevolazione non è previsto un limite di età, mentre la sola condizione da rispettare è non aver superato un fatturato di 20mila euro l’anno precedente.
L’iscrizione al Registro delle Imprese
Per lavorare come massaggiatori non è necessario – almeno allo stato attuale – essere iscritti al Registro delle Imprese: ciò vuol dire che si può operare da liberi professionisti.
Chiaramente, dal punto di vista dei contributi previdenziali e sul piano dei costi, ci sono differenze tra lavorare come ditta individuale e lavorare come libero professionista.
L’iscrizione al Registro delle Imprese è consigliabile se si lavora per una o più aziende che già esistono: per esempio se un massaggiatore opera per i dipendenti di una certa fabbrica o di un determinato ufficio in aree ad hoc messe a disposizione per lo svolgimento della sua attività.
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