IL REDDITO DI CITTADINANZA: COME DOVREBBE CAMBIARE PER ESSERE EFFICACE
1. Introduzione
Serve un sistema informatico per incrociare domanda e offerta perché ad oggi la misura di sostegno economico “reddito di cittadinanza” introdotta nel gennaio 2019 è una misura assistenziale senza progettualità.
Giuseppe Conte chiede la creazione di unʼapp che riesca a rendere impossibile rifiutare unʼofferta di lavoro ovvero un sistema unico e nazionale informatico che aiuti i disoccupati a trovare un lavoro e le aziende a trovare le persone che lo cercano. Così il premier punta a incrociare domanda e offerta per rendere il sostegno economico davvero efficace. A quel punto dovrà però essere superata la possibilità di rifiutare almeno due offerte su tre e l’opzione “offerta di lavoro congrua” .
2. Reddito di cittadinanza: verso un unico sistema operativo
Per fare in modo che il Reddito di cittadinanza non rimanga una misura puramente assistenziale e diventi un efficace strumento di inserimento nel mondo del lavoro, Conte chiede una soluzione che sia “operativa entro 6 mesi”. Inoltre verranno modificate non solo alcune norme di legge che hanno introdotto il Reddito di cittadinanza, ma probabilmente anche alcune deleghe, e dovranno essere autorizzati incentivi per le imprese, per l’iscrizione al sistema stesso. Ne ha parlato in diverse riunioni con il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, con il ministro dell’Innovazione digitale Paola Pisano e con il presidente dell’Anpal (l’Agenzia nazionale delle politiche attive sul lavoro) e con Domenico Parisi, esperto di big data. L’obiettivo del premier è formare una task force che si occupi, a sua volta, della creazione di un sistema informatico nazionale capace di riunire i diversi sistemi regionali i quali prevedono, al momento, regole diverse che i vari operatori sono chiamati a rispettare. Un unico sistema operativo dovrebbe poi tradursi in una vera e propria app che incroci domanda e offerta rendendo praticamente impossibile rifiutare un lavoro.
3. Quando il reddito di cittadinanza viene perso?
Il reddito di cittadinanza viene perso quando non si comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure si effettuano comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del Reddito di cittadinanza maggiore, quando non si presenta una DSU (dichiarazione sostitutiva unica) aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare, quando un componente del nucleo familiare venga trovato intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato.
Da ricordare inoltre che chi percepisce il reddito di cittadinanza ha l’obbligo di comunicare all’Inps entro 15 giorni, ogni variazione che comporti la perdita dei requisiti economici, relativi a reddito, al patrimonio immobiliare o al possesso di beni durevoli.
4. I controlli
I controlli attivi da parte degli organi competenti stanno nel verificare che un soggetto che percepisce il reddito di cittadinanza abbia effettuato la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, sottoscrivendo il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l’inclusione sociale, abbia partecipato senza assentarsi per giustificato motivo alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione ed abbia aderito ai progetti utili alla collettività nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti.
Inoltre, gli organi di controllo, con attenzione e precisione, devono verificare che il soggetto che percepisce il reddito abbia accettato almeno una di tre offerte di lavoro congrue oppure, in caso di rinnovo, abbia accettato la prima offerta di lavoro congrua.
Tutto ciò a pena della perdita del reddito di cittadinanza.
I requisiti esistenti che limitano la percezione del reddito, molto probabilmente, non sono sufficienti per individuare i “furbetti del reddito di cittadinanza” ovvero coloro svolgono in autonomia altri lavori percependo soldi, o ne rifiutano altrettanti non reputati “congrui”.
A causa di ciò questa è diventata una misura assistenziale senza progettualità.
5. Connessione tra domanda e offerta
Affinché le imprese si iscrivano a questo sistema e ne possano beneficiare, dovranno godere di incentivi al fine di invogliarle e riattivare il mercato del lavoro. Lo scopo finale è far sì che se un’azienda cerca un lavoratore specializzato sappia dove trovarlo, in qualsiasi parte d’Italia si trovi, ed allo stesso tempo che il lavoratore specializzato sappia che una determinata azienda sta cercando qualcuno con la sua qualifica.
Collegare domanda e offerta: si dovrebbe puntare a questo, semplificando!
Secondo i numeri riportati da Il Sole 24 Ore, i navigator hanno formalizzato solo 220.048 offerte formative oppure di lavoro. Un numero esiguo rispetto a una platea di 1,23 milioni di persone tenute al Patto di servizio.
Il problema, visti i numeri, è che il Reddito di cittadinanza non raggiunge nessuno degli obiettivi per i quali era stato approvato.
6. Rdc: il parere della ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Bellanova
In un momento drammatico per l’economia, una misura di sostegno al reddito può anche avere una sua efficacia.
Tuttavia – anche se “non è una misura assistenziale” – “non c’è stata la possibilità di controllare che effettivamente i percettori del Reddito accettassero o meno i lavori che eventualmente gli venivano offerti”. Non c’è alcun tipo di controllo e soprattutto “nessuno” monitora la domanda e l’offerta di lavoro, impedendo quindi di capire di quale tipo di lavoratori hanno bisogno le imprese.
Dalla ministra un attacco all’Anpal: “Sentiamo parlare dell’Anpal più spesso quando si tratta delle richieste dei suoi vertici che non quando dobbiamo giudicare il compito che dovrebbe svolgere, e non svolge. La parte delle politiche attive, che doveva e dovrebbe essere il cuore di una misura di sostegno al reddito ufficialmente non assistenziale, è mancata del tutto. Per questo non possiamo più andare avanti così”.
Elisa Turini
Consulente del Lavoro