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IMPOSTA DI SUCCESSIONE: QUANTO E QUANDO SI PAGA

1. Introduzione

Negli ultimi mesi il tema della cosiddetta Patrimoniale è tornato all’ordine del giorno. In molti ipotizzano che il governo sia pronto a inasprire le imposte di successione, che in Italia sono tra le più basse d’Europa. E’ opportuno dunque tornare sull’argomento e capire come funziona l’imposta di successione, su cosa si applica e quanto e quando si paga.

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2. Cos’è la tassa di successione

L’imposta sulle successioni e sulle donazioni (ISD) attualmente in vigore nel nostro paese si applica a tutte le eredità e alle donazioni tra vivi sulla base di aliquote e franchigie differenziate a seconda del grado di parentela tra chi effettua e chi riceve il trasferimento di beni o denaro.

La tassa di successione è stata introdotta in Italia nel 1991 con aliquote che oscillavano tra dal 3% al 33%. Nel 2000, però, il governo Amato ha ridimensionato drasticamente la tassazione passando a scaglioni fino a un massimo dell’8%. Un anno dopo venne però abolita dal governo Berlusconi e reinserita solo nel 2006 con l’attuale modello basato su aliquote basse e franchigie individuali

3. Come funziona

In caso di morte i beni e i diritti che sono appartenuti al defunto sono trasferiti agli eredi, secondo le regole della successione legittima o secondo le disposizioni dettate nel testamento. Il patrimonio oggetto di eredità è detto “asse ereditario” e comprende beni immobili, beni mobili di qualsiasi tipo, le azioni e le partecipazioni in società, il denaro e i gioielli al netto del “passivo ereditario”, cioè debiti, spese mediche che gli eredi hanno sostenuto a favore del defunto negli ultimi 6 mesi e spese funebri.

Fanno eccezione (e non rientrano dunque nell’attivo): titoli di stato italiani e di altri paesi Ue; il TFR e le prestazioni erogate dai fondi di previdenza complementare; i veicoli iscritti nel Pubblico Registro Automobilistico e le polizze vita.

Le persone che ricevono in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione e pagare, se dovuta, l’imposta di successione. Come riporta l’Agenzia delle Entrate: “Dal 23 gennaio 2017 i contribuenti possono presentare la dichiarazione di successione e domanda di volture catastali direttamente online, grazie ai servizi telematici delle Entrate. Per farlo, basta utilizzare l’applicativo disponibile sul sito internet dell’Agenzia, installare sulla propria postazione di lavoro il software di compilazione SuccessioniOnLine, compilare il file, allegare i documenti, salvare, accedere ai servizi telematici ed inviare. In alternativa, è possibile rivolgersi ad un intermediario“.

4. Aliquote e franchigie

Sull’asse ereditario si applica l’imposta di successione attualmente in vigore che è pari all’8% del patrimonio. Questa aliquota (alla quale si affianca anche una franchigia) scende a seconda del grado di parentela tra i beneficiari e i donatori secondo questa specifica classificazione:

  • 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro;
  • 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100.000 euro;
  • 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia;
  • 8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia

Le aliquote e le franchigie sono state fissate e regolate dall’articolo 2, comma 48, del D.L. n. 262 del 2006.

5. Chi deve pagare l’imposta di successione e quando

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, da uno dei soggetti obbligati, all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate di competenza. Quello in cui era residente in defunto. L’obbligo di presentare la dichiarazione può ricadere su:

– figli e parenti diretti chiamati all’eredità e i legatari, anche nel caso di apertura della successione per dichiarazione di morte presunta, ovvero i loro rappresentanti legali;

– gli immessi nel possesso temporaneo dei beni dell’assente;

– gli amministratori dell’eredità e i curatori dell’eredità giacenti;

– gli esecutori testamentari

6. Chi è esentato

Sono esenti dall’obbligo di presentazione della dichiarazione coloro che rinunciano all’eredità prima della scadenza del termine dei 12 mesi o coloro che abbiano nominato un curatore per l’eredità giacente ai sensi dell’articolo 528 c.c..

Sono inoltre esentati dalla presentazione il coniuge, i figli, i genitori e gli altri parenti in linea retta il cui asse ereditario non supera 100.000 euro e non comprende beni immobili.

7. Quando si paga: il versamento dell’imposta

La tassa di successione viene liquidata direttamente dall’Agenzia delle Entrate entro il terzo anno dalla presentazione della dichiarazione (5 anni in caso di dichiarazione omessa). Dal punto di vista delle tempistiche l’imposta deve essere versata entro 60 giorni dalla data di notifica dell’atto attraverso l’apposito modello F24.

Fatto salvo che può essere pagata presso gli sportelli bancari e postali o direttamente all’Agenzia delle Entrate, la tassa di successione può anche essere rateizzata. Per ottenere la dilazione del pagamento il contribuente deve saldare subito la prima rata entro 60 giorni dalla notifica dell’atto e le restanti rate secondo lo scadenzario redatto dall’Agenzia. Attenzione: la dilazione non è ammessa per importi inferiori a mille euro.

Il mancato versamento della prima rata o di una delle rate entro la scadenza della rata successiva, comporta la decadenza del beneficio ed eventuali sanzioni e interessi.

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Novella Toloni

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