Aprire una partita iva da consulente web marketing: tutti i passi da seguire
INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI
1. Introduzione
Vuoi dare il via alla tua attività di consulente web marketing e non sai come fare? Qui troverai tutte le informazioni che ti servono per aprire la tua partita iva senza commettere errori.
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2. Il consulente web marketing
Con la costante crescita del “mondo virtuale” è aumentata a dismisura che la richiesta di figure professionali ad esso legate. Tra le tante, una delle più richieste è sicuramente quella del consulente web marketing. Se prima, infatti, la pubblicità ruotava intorno alla carta stampata, alla radio e alla televisione, oggi il miglior modo per far conoscere la propria azienda è sicuramente una giusta campagna di comunicazione web. Ma non è certo un compito che il singolo imprenditore può svolgere da solo, ecco come nasce e cresce la figura del consulente web marketing, ovvero di colui che si occupa, grazie a nozioni di comunicazione online e digital marketing, di accrescere la visibilità del cliente sul web. Si tratta di un lavoro in continua mutazione, legato alle mode del momento e che richiede una certa creatività. Caratteristiche proprie soprattutto dei più giovani.
3. Come aprire una partita iva da consulente web marketing
Dal punto di vista fiscale il consulente web marketing appartiene alla categoria del libero professionista e dovrà aprire un partita Iva per poter svolgere la propria professione.
Questo passaggio non comporta alcun costo (salvo eventuali imposte di bollo): è sufficiente compilare la modulistica specifica all’Agenzia delle Entrate. Ricordiamo che il libero professionista non deve iscriversi alla Camera di Commercio né all’Inail.
4. Il Regime Fiscale per i consulenti web marketing
I consulenti web marketing hanno a disposizione, una volta aperta la partita Iva, sia il regime forfettario che quello ordinario, a seconda dei requisiti fiscali e delle scelte personali.
La differenza sostanziale è nella determinazione del reddito: in quello forfettario è sulla base del coefficiente di redditività, in quello ordinario è determinato dai ricavi e dai costi sostenuti.
Il regime forfettario
Aderire al Regime Forfettario è la scelta migliore ma è necessario essere in possesso di tutti i requisiti (primo fra tutti un ricavo non superiore ai 65mila € – vedi video).
In base al regime forfettario il consulente web marketing paga la stessa imposta sostitutiva prevista per tutte le altre categorie di ditte individuali. L’imposta sostitutiva in regime forfettario è del 15%, 5% per i primi 5 anni in caso di start-up (che prevede che la stessa attività non fosse svolta nei 3 anni precedenti l’apertura della partita Iva). Prima di passare al conteggio dell’imposta è necessario individuare il proprio codice ATECO, che nel caso dei consulenti web marketing è il 73.11.02 (se si tratta non della realizzazione della campagna ma della sola consulenza su come idearla sarà il 73.11.01). Il coefficiente di redditività ad esso legato è il 78%. Viene considerata una percentuale forfettaria del 22% per le spese sostenute per l’attività. A questo punto il calcolo delle tasse da pagare è facile, basterà moltiplicare il ricavo lordo per il coefficiente di redditività e applicare l’imposta del 15% (o 5%).
Un esempio? Se il ricavo lordo è di 50mila € il calcolo sarà: 50.000×78%= 39.000€x15%=5850€
oppure 50.000×78%=39.000€x5%=1950€ .
Ricordiamo che il consulente di web marketing in regime forfettario non è obbligato alla fatturazione elettronica ma può emetterla cartacea con marca da bollo per importi superiori ai 77,47€.
Il regime ordinario in contabilità semplificata
In mancanza dei requisiti per il regime forfettario il regime fiscale previsto è quello ordinario in contabilità semplificata. Il reddito sarà conteggiato sulla differenza tra ricavi meno costi, elencati nel dettaglio dei corrispettivi e su questo reddito si applicheranno le aliquote IRPEF in base agli scaglioni. Inoltre il professionista sarà tenuto a pagare l’Iva.
Il consulente dovrà, inoltre, emettere la fattura elettronica con “ritenuta d’acconto del 20%”. Di cosa si tratta? La fattura dovrà riportare la cifra stabilita per il compenso, a questa sarà aggiunta l’Iva e infine verrà sottratta la ritenuta d’acconto del 20%. Il totale della fattura risulterà dunque lievemente più basso del pattuito. Sarà il destinatario a pagare la ritenuta d’acconto per conto del professionista che la recupererà nella dichiarazione dei redditi l’anno successivo. Come? Sottraendo dalle tasse dovute l’importo totale delle ritenute di tutte le fatture emesse. Facciamo un esempio: un lavoratore che avrà accumulato ritenute d’acconto per 5mila € e al termine dell’anno fiscale avrà da pagare 6mila € di tasse pagherà solo la differenza di quanto già versato, quindi 1000€. Questa ultima indicazione è riferita solo ai destinatari di fattura che siano soggetti passivi Iva.
Il regime ordinario
In caso di superamento della soglia dei 400mila € per le attività di prestazione di servizi o dei 700mila € per le altre attività dal regime ordinario in contabilità semplificata si passa al regime ordinario.
5. Versamento contributi del consulente web marketing
Il consulente web marketing non ha una cassa previdenziale professionale, è quindi tenuto a iscriversi alla Gestione Separata INPS. Quanto si paga? Per quanto riguarda la Gestione Separata INPS l’aliquota applicata al reddito è pari al 25,98%, sia che si lavori in regime forfettario che in regime ordinario. Per le casse professionali ognuna ha un’aliquota differente che potrete richiedere al momento dell’iscrizione.
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Veronica Boggian