BUONO PASTO: Cos’è, come funziona e perché dovresti utilizzarli subito nella tua azienda
INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI
Potremmo concentrarci sulla loro storia che narra di uno strumento capace di sopperire alla mancanza di mense nelle aziende nella Gran Bretagna del 1954 oppure potremmo direttamente concentrarci sul fatto che già dagli anni ‘70 il buono pasto si è sviluppato anche in Italia insieme al Settore Terziario e alla nascita di tante piccole imprese.
Tu lo stai utilizzando?
Ho parlato volutamente di Piccole imprese, perché nella nostra retorica tendiamo ad accostare il buono pasto come uno strumento a solo appannaggio delle grandi aziende. Ma non è cosi! Sempre più piccole imprese stanno scegliendo questo strumento per abbattere il carico fiscale e aumentare la produttività aziendale con la gratificazione dei propri dipendenti e collaboratori.
In questo articolo voglio indicarti perché dovresti farlo anche tu e quanto puoi risparmiare sulle tasse!
Iniziamo subito…a risparmiare…
Sono Carlo Alberto Micheli, Avvocato e Dott. Commercialista,
e ogni giorno guido e aiuto imprese e professionisti nell’ottimizzazione del proprio business attraverso l’acquisizione di strategie fiscali e competenze imprenditoriali.
Nelle prossime pagine ti presenterò una soluzione su cui negli ultimi tempi ho ricevuto sempre più domande dai miei clienti, utile a ottenere vantaggi fiscali e migliorare il benessere di dipendenti e collaboratori.
Che cos’è il buono pasto?
Il buono pasto è uno strumento che può essere fornito dal datore di lavoro ai suoi collaboratori come servizio sostitutivo di mensa, valido per acquistare prodotti o generi alimentari.
Può essere emesso in formato cartaceo o elettronico e il suo valore, oltre che il numero di buoni emessi, è personalizzabile in base alle specifiche esigenze.
I buoni pasto vantano un grande raggio di utilizzo, in quanto possono essere utilizzati dai dipendenti in esercizi pubblici convenzionati con le società emittenti i buoni, come bar, ristoranti o supermercati, anche online e tramite servizi di food delivery.
Negli ultimi anni il concetto di buono pasto si è evoluto tantissimo, passando da mero strumento per la pausa pranzo a un efficace sistema di integrazione del reddito, perché risponde alle reali esigenze delle persone. Oltre che al ristorante o al bar, infatti, può essere utilizzato anche al supermercato, e per i servizi di food delivery.
Giuridicamente Il buono pasto (o ticket restaurant) è un documento di avallo che attribuisce al titolare il diritto di ricevere la somministrazione di alimenti e bevande per un importo pari al valore del buono stesso, il cui valore è comprensivo dell’imposta sul valore aggiunto.
Sono più di 150.000 i locali convenzionati a ricevere i buoni pasto e tra questi sono ricomprese le attività di somministrazioni di alimenti e bevande, supermercati, self-service, ristoranti e bar, agriturismi.Lo si può utilizzare per la spesa online e per il food delivery.
Il buono pasto è utilizzabile per l’intero valore facciale, indi per cui non si può pretendere il resto in denaro, ed allo stesso tempo non si può utilizzare il valore residuo in altre occasioni.
E dal Punto di Vista fiscale?
Il primo punto da evidenziare è che il buono pasto è completamente deducibile, anche per PMI e P.IVA, e questo lo rende un’opzione che non può mancare nella gestione ordinaria della tua attività professionale e imprenditoriale.
Ho preparato per te un piccolo schema dove si indicano le percentuali di deducibilità ai fini delle imposte dirette (irpef persone fisiche e ires persone giuridiche) e delle imposte indirette (Iva) connesse all’utilizzo dei buoni pasto ad opera dei titolari di Partita IVA e aziende.
Caso 1 -Imprenditore Individuale o Libero professionisti. Senza dipendenti
Iva 10% 100% detraibile, Deducibile ai fini Irpef nella misura del 75% del costo con un massimo annuo pari al 2% del fatturato.
La deducibilità sale al 100% in caso di spese sostenute per i dipendenti.
Caso 2 – Srl
Iva 4% 100% detraibile, deducibile al 100% ai fini ires
E per i dipendenti?
Qua dobbiamo fare una piccola distinzione, tra:
buoni cartacei, che non concorrono a formare reddito in capo ai dipendenti fino ad un max di 4 euro giornalieri
Buoni elettronici (o in app), che non concorrono a formare reddito in capo ai dipendenti fino ad un max di 8 euro giornalieri.
Questo significa che l’aumento del potere d’acquisto del dipendente sarà di 4 euro nel primo caso e di 8 nel secondo. Un aumento importante ed esentasse. Significa potere offrire ai collaboratori un incremento del potere di acquisto annuo destinato all’ alimentazione di circa 880€ (cartaceo) o 1760€ (elettronico) totalmente detassato.
Il buono pasto può essere utilizzato dai lavoratori dipendenti, assunti a tempo pieno e parziale (anche se per questi ultimi, nell’orario di lavoro non è prevista la “pausa pranzo”), stessa agevolazione per i rapporti di collaborazione. Può essere usato anche per i lavoratori in smart working e può essere assegnato anche ad alcune categorie (c.d. categorie omogenee) di dipendenti.
Il datore di lavoro ha facoltà d’azione, potendo decidere di dare o meno il buono pasto, il tutto disciplinato da un apposito regolamento aziendale, oppure utilizzando la forma più semplice quella del contratto di lavoro del dipendente o ancora, attraverso accordi sindacali. E’ vero anche che il tutto può essere gestito senza alcun accordo, purché si rispetti la parità di trattamento dei dipendenti.
Pe meglio definire la situazione del buono pasto, voglio ripeterti come i vantaggi nell’utilizzo di questo strumento valgano altresì per le PARTITA IVA e per le PMI; lo stesso è completamente deducibile ai fini delle imposte indirette (come l’IVA), e imposte dirette (come Irpef e Ires).
Il buono pasto viene considerato un “dispositivo” con facoltà di sostituire il denaro nel cedolino, facendo lievitare il reddito del dipendente fino a 200€/mese (8euro/giorno). Tutto questo comporta una maggiore soddisfazione del lavoratore, un’operosità aggiuntiva da parte dello stesso con conseguente crescita produttiva. I buoni pasto possono tranquillamente rientrare in un pacchetto di welfare aziendale, orientato all’incremento della motivazione e della produttività dell’intera organizzazione. Tutti ne possono trarre benefici.
Che cosa fare adesso?
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Avv. Carlo Alberto Micheli