Buoni acquisto. I vantaggi fiscali per le aziende
INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI
I buoni acquisto sono uno strumento che permette alle aziende di offrire dei benefit ai propri dipendenti e di ottenere allo stesso tempo un risparmio sulle tasse da pagare. Fanno parte dei cosiddetti “fringe benefit” che un’azienda può inserire nel programma di welfare aziendale per i dipendenti come integrazione accessoria dello stipendio in forma diversa rispetto a quella monetaria.
I buoni acquisto sono buoni che corrispondono a un predeterminato valore in denaro a disposizione del dipendente per acquistare beni o servizi di sicura utilità per tutti: non dovendo usare il proprio normale stipendio per fare questi acquisti, per il dipendente è come ricevere un vero e proprio aumento di stipendio, con vantaggi fiscali sia per lui sia per l’azienda. È una gratificazione che migliora la produttività, la lealtà verso l’azienda, il clima sul lavoro.
I buoni acquisto, inoltre, possono essere anche una valida soluzione per predisporre premi per il raggiungimento di determinati obiettivi, regali aziendali oppure omaggi per i clienti e i fornitori.
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Buoni acquisto: cosa sono e come funzionano
I buoni acquisto possono coprire svariate tipologie di beni o servizi, che ogni azienda può scegliere in base alle proprie preferenze e alle esigenze dei propri dipendenti, che è utile conoscere in modo approfondito prima di strutturare il pacchetto di welfare aziendale.
Alcuni esempi di buoni acquisto sono i buoni spesa, i buoni benzina, i buoni per l’acquisto di computer, smartphone o altri device elettronici, i buoni per l’accesso ad attività sportive o di formazione, ecc.
Una volta definita la tipologia di buoni acquisto che intende fornire ai dipendenti, l’azienda deve decidere l’importo dei buoni e stipulare una convenzione con gli esercizi commerciali di riferimento. Di solito non sono le attività commerciali che si occupano direttamente di erogare i buoni, ma c’è una società intermediaria che lo fa per conto loro, come accade per i buoni pasto. Il buono acquisto, perciò, può essere specifico per un’attività commerciale ma più spesso ne comprende più di una: l’utilizzatore può scegliere per quale bene o servizio e in quale esercizio commerciale spendere il buono fra quelli convenzionati.
In passato i buoni acquisto erano voucher cartacei, mentre oggi stanno convergendo tutti verso il pratico formato digitale, spendibile sia nei negozi fisici sia online: un’ulteriore comodità che si inserisce appieno nella crescita degli acquisti effettuati su ecommerce e permette ai destinatari di accedere ai buoni direttamente dallo smartphone. Sia sulla versione cartacea sia su quella digitale, devono essere presenti l’importo, gli esercizi commerciali convenzionati, la tipologia di bene o servizio inclusa nella convenzione e la data di scadenza del buono.
Vantaggi fiscali dei buoni acquisto
La Legge di Stabilità 2016 e le Leggi di Bilancio 2017 e 2018 hanno definito la disciplina del welfare aziendale, stabilendo le agevolazioni e le norme di tutti gli strumenti relativi. Grazie a questa disciplina, i buoni acquisto sono uno dei numerosi modi per abbattere il costo del lavoro, che è uno dei principali problemi che affliggono le imprese italiane. In quanto “spese per prestazioni di lavoro dipendente”, infatti, ai sensi dell’art. 95 del TUIR i costi sostenuti per la fornitura dei buoni acquisto sono deducibili al 100% per l’azienda, sia che siano inseriti in un piano welfare aziendale stabilito dal regolamento aziendale o dal contratto collettivo nazionale, sia che siano erogati volontariamente dall’azienda come liberalità (premi, regali di Natale, ecc.). I fringe benefits, infatti, a differenza dei flexible benefits, non devono essere necessariamente concordati contrattualmente.
Per i lavoratori, invece, i buoni acquisto valgono come compensi in natura accessori alla retribuzione ordinaria e pertanto non concorrono alla formazione di reddito da lavoro dipendente fino a un importo massimo di 258,23€ (art. 51 TUIR); se il valore di tutti i buoni acquisto ricevuti supera questa soglia, l’eccedenza si andrà a cumulare con il reddito dello stipendio a costituire l’imponibile. L’esenzione, inoltre, riguarda anche i contributi previdenziali. L’azienda, quindi, offrendo i buoni acquisto, contribuisce a migliorare la percezione e l’opinione che i dipendenti hanno di essa.
È importante seguire le novità normative in relazione al trattamento fiscale degli strumenti di welfare, perché possono esserci ogni anno importanti cambiamenti. Con il decreto Aiuti-bis questa soglia è stata aumentata a 516,46€ euro per i periodi d’imposta 2020 e 2021 e a 600€ per il periodo di imposta 2022. Il nuovo governo in carica, inoltre, ha ulteriormente incrementato questa misura con il decreto Aiuti-quater, che aumenta la soglia di esenzione fiscale dei buoni acquisto a 3.000€ per il solo periodo d’imposta 2022. Misura che si aggiunge al provvedimento straordinario legato a una categoria specifica di buoni acquisto, i buoni carburante, per i quali il bonus benzina ha stabilito per il 2022 la soglia di esenzione fiscale di 200€ conteggiabili separatamente rispetto agli altri benefit.
Ci sono vantaggi fiscali anche nel caso in cui l’azienda utilizzi i buoni acquisto come omaggio all’interno di operazioni di marketing nei confronti di clienti o potenziali tali, oppure come regalo a partner e fornitori: in questo caso il costo sostenuto rientra nella categoria delle “spese di rappresentanza”, che sono deducibili solo nel periodo d’imposta in cui vengono sostenute e se rispettano il principio di inerenza. Questo significa che devono avere finalità promozionali o di pubbliche relazioni e un costo ragionevole, ossia proporzionato al ritorno economico atteso, ai proventi dell’azienda e alla media del settore di riferimento.
Solo fino a 50 euro le spese di rappresentanza sono interamente deducibili. Oltre questa soglia, sono deducibili nelle seguenti misure, in relazione ai ricavi risultati dalla dichiarazione dei redditi dell’anno in cui vengono sostenute:
- 1,5% dei ricavi fino a 10 milioni di euro;
- 0,6% dei ricavi per la parte che va da 10 a 50 milioni di euro;
- 0,4% dei ricavi per la parte che supera i 50 milioni di euro.
Perché usare i buoni acquisto
Da quanto detto finora, si comprende come i buoni acquisto siano uno strumento utile da inserire nella pianificazione fiscale aziendale, per risparmiare sulle imposte da pagare mentre contemporaneamente si abbassa il costo del lavoro, si aumenta il benessere dei propri dipendenti e il loro potere d’acquisto, si migliora l’immagine e la reputazione aziendale, si allarga e si rafforza la rete di clienti e partner: è un modo per unire obiettivi qualitativi e quantitativi che insieme sostengono la crescita del proprio business. Se vuoi cominciare ad utilizzarli nella tua azienda, CLICCA QUI per saperne di più.
Avv. Carlo Alberto Micheli