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coronavirus violenza sulle donne

CORONAVIRUS E VIOLENZA SULLE DONNE. COME È POSSIBILE TUTELARSI?

Nei giorni scorsi è stato emanato il DPCM dell’11 marzo 2020 che impone indistintamente a tutti, donne, uomini, bambini di tutte le età, indipendentemente dalla manifestazione dei sintomi, di stare a casa a causa dell’emergenza sanitaria da pandemia per Coronavirus.

Avete mai pensato a tutte le donne che “in condizioni normali” sono vittime di violenza e che in conseguenza di questo decreto – innegabilmente necessario e del quale non è assolutamente intenzione di questo articolo contestarne la portata – in tal modo sono costrette a convivere 24 ore su 24 con il loro aguzzino?

In questo articolo illustreremo gli effetti del decreto sulle donne vittime di violenza e le possibili soluzioni. 

L’isolamento anti-Coronavirus ha due effetti:

  • quello positivo: → impedisce quasi sicuramente nuovi possibili contagi, con l’auspicio che nel tempo questo virus vada a scemare per poi sparire del tutto;
  • quello negativo → per molte donne il semplice restare a casa può rappresentare un pericolo e costare molto. Le donne vittime di maltrattamenti sono obbligate a condividere gli stessi spazi per ore intere con il maltrattante, senza poter avere un proprio spazio di libertà.

Si tratta di una convivenza forzata che rischia infatti di esasperare situazioni di violenza domestica già compromesse.

Sono agghiaccianti le conseguenze dell’isolamento in Cina: si pensi che dal 6 marzo, secondo un’organizzazione non governativa cinese che si occupa dei diritti delle donne, il numero di casi di violenza domestica nella provincia di Hubei, è salito in maniera esponenziale.

Alcuni centri di violenza hanno addirittura registrato che i casi di violenza domestica aumentano quando le donne stanno più a contatto con il marito o compagno violento: ad esempio, subito dopo i weekend o le vacanze.

I centri anti-violenza sono attivi durante la pandemia coronavirus?

Sì, i centri di violenza soprattutto in questi difficili giorni, sono più che mai attivi per monitorare la situazione.

Si sono attrezzati e riorganizzati in conseguenza del Coronavirus e del DPCM:

  • hanno sospeso i colloqui di persona per evidenti motivi, ma sono comunque attivi telefonicamente. Possono intervenire di persona solo per i casi più gravi e con le opportune accortezze igieniche;
  • effettuano colloqui a distanza tramite Skype o videochiamate whatsapp.

 

Cosa stanno passando le donne vittime di maltrattamento in questi giorni?

Immaginate che una donna che subisce maltrattamenti ogni giorno, adesso a causa del DPCM non possa uscire fuori per chiedere aiuto, in un contesto di omertà generalizzata.

In questo difficile contesto la donna ha almeno due possibilità per poter chiamare i soccorsi liberamente in caso di bisogno.:

  • sperare di essere fortunata e augurarsi che il proprio partner continui a lavorare non da casa o che comunque il suo datore di lavoro non gli consenta lo smart-working;
  • controllare compulsivamente i turni di lavoro del marito in modo da ritagliarsi uno spazio proprio.

Immaginate cosa vuol dire non poter andare al pronto soccorso a causa dell’emergenza Covid-19, giustamente, e non sapere se dopo i maltrattamenti è possibile essere visitati adeguatamente alle parti doloranti.

Quali comportamenti deve adottare una donna maltrattata?

In questi casi ecco alcuni consigli per poter contattare i centri anti-violenza in tutta tranquillità senza essere sentite dal partner violento:

  • recarsi in bagno e fingere di doversi fare la doccia, aprirla e nel frattempo effettuare la chiamata;
  • approfittare della momentanea assenza del partner, magari quando esce per portare la spazzatura o quando è a lavoro e chiamare i soccorsi.

Come comportarsi in caso di urla dei vicini?

Ecco il nostro appello a chiunque si trovi ad assistere direttamente o indirettamente a una situazione di maltrattamento:

  • Se sentite delle urla intervenite, non abbiate paura del Covid-19, chiamate voi la polizia al posto della vittima che è evidentemente impossibilitata ed in difficoltà.
  • Pensate che in quel momento c’è una donna che sta subendo violenza.
  • Pensate che anche prima del Coronavirus vi erano donne che venivano maltrattate all’interno delle mura domestiche e che in questi giorni a seguito dell’isolamento forzato stanno subendo un drastico peggioramento della propria situazione.

Mai come in questi giorni così surreali crediamo sia importante far sentire loro che non sono sole e che possono farcela!

 

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