Giardiniere: 5 step per l’apertura della partita iva
INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI
1. Introduzione
Piante e giardini sono da sempre la tua passione? Vuoi portare avanti il lavoro che si tramanda in famiglia da generazioni? Scopri come aprire la tua partita Iva da giardiniere senza commettere errori: in questo articolo ti guideremo passo dopo passo verso l’avvio della tua attività.
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2. Giardiniere: studio arte e passione
Il mestiere del giardiniere è da sempre uno dei più richiesti. Un giardino curato, piante sane e rigogliose, fiori da far invidia sono il sogno di tutti e se poi questo sogno lo si allarga a quello che ci circonda non è possibile non pensare a coloro che fanno le città più belle grazie al loro lavoro. Ma quello che c’è dietro al giardiniere non è solo “mestiere” è arte, studio, tanta passione e tanta fatica.
Quello di cui ci occuperemo ora sono i 5 step necessari per avviare la propria attività da giardiniere dal punto di vista burocratico e fiscale.
3. Partita Iva giardiniere step 1: i requisiti
La prima cosa da sapere è che il mestiere del giardiniere richiede dei requisiti.
La “manutenzione del verde”, che sia questo pubblico privato, è regolamentata dalla legge 154 del 28 luglio 2016, legge che prevede degli “standard professionali e formativi” concordati durante la Conferenza Permanente Stato-Regioni del 22 febbraio 2018.
In base a quanto stabilito, possono esercitare la professione solo:
- gli iscritti al RUP (Registro Ufficiale dei Produttori di Vegetali),
- le imprese agricole, artigiane, industriali o in forma cooperativa, iscritte al Registro Imprese che abbiano conseguito un attestato di idoneità che accerti il possesso di adeguate competenze
Nota Bene: il RUP è gestito dalle Regioni, pertanto potrebbero esserci differenze nella procedura di iscrizione.
Coloro che non sono iscritti al RUP, invece, dovranno ottenere l’attestato presso uno dei corsi di formazione istituiti da Regioni e Province Autonome. E’ tenuto a partecipare:
- chi intende avviare un’attività di manutentore del verde
- il titolare o il preposto dell’impresa, per le attività già attive.
Sono esonerati:
- coloro che possiedono una laurea (anche triennale) nelle discipline agrarie e forestali, ambientali e naturalistiche
- coloro che hanno frequentato un master post-laurea in materie legate alla gestione del verde e del paesaggio
- coloro che abbiano conseguito un diploma di scuola secondaria di secondo grado di durata quinquennale in materie agrarie e forestali
- gli iscritti a Ordini o Collegi professionali del settore agrario e forestale
- coloro che sono in possesso di una qualifica di operatore agricolo il diploma di tecnico agricolo rilasciati a seguito della frequenza dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP)
Per quanto riguarda le imprese iscritte precedentemente all’entrata in vigore della legge in oggetto, sono esonerati, qualora dimostrino di avere un’esperienza pari o superiore ai 2 anni alla data del 22 febbraio 2018 (anche in forma di apprendistato della durata di almeno 1 anni):
- titolare
- socio partecipante
- collaboratore/coadiuvante familiare
- dipendente
Nota Bene: è possibile che la Regione di residenza non abbia attuato corsi di formazione, pertanto sarà necessario chiedere alla Camera di Commercio di riferimento quale sia l’iter previsto per l’avvio dell’attività.
4. Partita Iva giardiniere step 2: il codice ATECO
Una volta conseguito l’attestato di cui sopra, o essendo in possesso dei requisiti richiesti è possibile procedere con l’apertura della partita Iva. La prima cosa da sapere è il codice ATECO che per il giardiniere che è 81.30.00 “cura e manutenzione del paesaggio (inclusi parchi, giardini e aiuole)“.
Sono comprese le attività di:
- realizzazione, cura e manutenzione di parchi e giardini per: abitazioni private e pubbliche, edifici pubblici e privati (ospedali, scuole ecc…), terreni comunali (parchi), aree verdi per vie di comunicazione (strade), edifici industriali e commerciali
- realizzazione, cura e manutenzione di aree verdi per: edifici (giardini pensili, verde per facciate ecc…), campi sportivi, campi da gioco, aree per solarium, acque lacustri e correnti
- realizzazione di spazi verdi per la protezione contro il rumore, il vento, l’erosione, la visibilità e l’abbagliamento
Questo codice ATECO rientra nella categoria degli artigiani, vedremo più avanti cosa comporta nell’apertura e nella gestione della partita Iva e negli obblighi fiscali.
5. Partita Iva giardiniere step 3: aprire la partita Iva
Una volta conosciuto il proprio codice ATECO non resta che aprire formalmente la partita Iva. I passaggi burocratici sono:
- iscrizione alla Camera di Commercio
- iscrizione alla e alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS.
- compilazione e invio per via telematica della Comunicazione Unica (o ComUnica): una pratica che riassume le richieste da effettuare a vari enti: Agenzia delle Entrate, Registro delle Imprese, INPS e Inail. Per convalidare l’invio è necessaria la firma digitale.
- presentazione presso il Comune di residenza della S.C.I.A. ovvero la “segnalazione certificata di inizio attività” entro 30 giorni dall’avvio dell’attività.
- attivazione di un indirizzo di posta certificata (PEC)
I costi: l’apertura della partita Iva è gratuita (salvo imposte di bollo), hanno invece un costo l’iscrizione alla Camera di Commercio, la firma digitale, la S.C.I.A. e la PEC.
E’ facoltativa la stipula di un’assicurazione RC (responsabilità civile) per eventuali danni a cose o persone.
6. Partita Iva giardiniere step 4: il Regime Fiscale
Il giardiniere che apre una partita Iva deve scegliere il regime fiscale più adatto alle proprie esigenze e al proprio business. Vediamo le diverse possibilità con requisiti e adempimenti previsti.
Il regime forfettario
Qualora si sia in possesso di tutti i requisiti (primo fra tutti un ricavo non superiore ai 65mila €), il regime forfettario è il più conveniente (vedi video).
Il l’aliquota dell’imposta sostitutiva è il medesimo che per le altre categorie lavorative: 15%, 5% per i primi 5 anni in caso di start-up (che prevede che la stessa attività non fosse svolta nei 3 anni precedenti l’apertura della partita Iva).
Per procedere con il conteggio è fondamentale conoscere il coefficiente di redditività proprio del codice ATECO, che nel caso dei giardinieri è pari al 67%. Viene, quindi, considerata una percentuale forfettaria del 33% per le spese sostenute per l’attività. A questo punto il calcolo delle tasse da pagare è semplice, basterà moltiplicare il ricavo lordo per il coefficiente di redditività e applicare l’imposta del 15% (o 5%).
Esempio: con un ricavo lordo di 50mila € il calcolo sarà: 50.000×67%= 33.500€x15%=5025€
oppure 50.000×67%=33.500€x5%=1650€
Ricordiamo che in regime forfettario non è obbligatoria la fatturazione elettronica ma può essere emessa cartacea con marca da bollo da 2€ per importi superiori ai 77,47€.
Il regime ordinario in contabilità semplificata
In mancanza dei requisiti per il regime forfettario il regime fiscale previsto è quello ordinario in contabilità semplificata. In questo caso il reddito sarà conteggiato sulla differenza tra ricavi meno costi e l’imposta, IRPEF, sarà calcolata sulla base degli scaglioni previsti dalla legge. Inoltre il lavoratore sarà soggetto ad Iva.
Il regime ordinario
Qualora il reddito superi i 400mila € (prestazione di servizi) o i 700mila € (altre attività), dal regime ordinario in contabilità semplificata si passa al regime ordinario.
7. Partita Iva giardiniere step 5: i contributi previdenziali
Come abbiamo detto in precedenza, il giardiniere è tenuto ad iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS.
In questo caso è previsto un contributo fisso, per redditi fini 15.953€ (minimale al 2021) di 960€ circa, diviso in rate trimestrali. Superata la soglia del minimale si hanno tre fasce di fatturato, con distinzione anche in base l’età del professionisti e di suoi eventuali collaboratori, che vale anche sul minimale (vedi tabella).
E’ prevista una riduzione del 35%, con contributo minimo di circa 630€ per 4 rate annue per le partite iva in regime forfettario (anche in un secondo momento rispetto all’apertura). La riduzione sarà applicata sia sul minimale che sull’eccedente. La richiesta dovrà essere compilata e inoltrata online ogni anno entro il 28 febbraio. Ma attenzione questa riduzione comporta un rischio: se il versamento finale annuale non è pari o superiore al contributo fisso, non sarà più garantita la piena annualità contributiva (ai fini del raggiungimento della pensione). In questo caso sarà possibile coprire la parte mancante con i versamenti dell’anno successivo.
8. Bonus verde 2021
Concludiamo ricordando che è stato prorogato per il 2021 il Bonus Verde, ovvero la detrazione fiscale del 36% “delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, comprese le pertinenze, le recinzioni, gli impianti di irrigazione, la realizzazione di pozzi, le coperture a verde e i giardini pensili” e inoltre “gli interventi straordinari, ovvero i lavori che si inseriscono in un intervento relativo all’intero giardino o area interessata e che porti alla sistemazione a verde ex novo o al rinnovamento dell’esistente”. E’ pertanto necessario, in fase di emissione della fattura da parte del giardinieri che vi siano riportati tutti i dati del lavoro svolto. Il pagamento da parte del cliente dovrà avvenire tramite “mezzi tacciabili”, quali: bancomat, carta di credito, bonifico bancario o postale, assegno non trasferibile.
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Veronica Boggian
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