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partita iva lavoro dipendente

Lavoro dipendente e partita iva: possono coesistere? 

Sei un lavoratore dipendente e vuoi crearti un’entrata secondaria? Hai un’idea di business che credi possa dare una svolta alla tua carriera professionale? Ti sei mai chiesto se sia possibile aprire partita iva nonostante il tuo lavoro da dipendente? 

È il momento di fare chiarezza a tutte queste domande e dubbi!

Per questa ragione ho preparato una nuova Video Guida in cui ti spiego quali sono le situazioni coesistenza della partita IVA insieme al lavoro dipendente e quali sono anche le strategie per ottenere da questa coesistenza i migliori vantaggi in termini di Risparmio di imposta. 

Pronto? Partiamo!

Partita Iva e lavoro dipendente: il concetto

Spesso quando si parla di aprire partita iva nella concezione comune si pensa subito (erroneamente) al Regime Forfettario o alla Partita Iva individuale. 

Ma in realtà esistono numerose possibilità che la legge ci consente per svolgere la nostra attività professionale insieme al nostro lavoro da dipendente. 

È bene soffermarsi su questo aspetto soprattutto per capire che ad oggi il concetto di partita iva non è circoscritto a quella individuale ma bensì ci si può riferire anche a quella di una società. 

Vediamo ora quali sono gli elementi discriminanti che ti permettono di aprire o meno la partita iva se sei un lavoratore dipendente.

Quando partita iva e lavoro dipendente possono coesistere: le linee guida

In linea generale possono coesistere ma ci sono delle situazioni specifiche che non permettono l’apertura della partita iva o di una società commerciale. 

Una di queste situazioni sono per chi lavora nel pubblico impiego o chi svolge un incarico pubblico come: insegnanti o impiegati comunali, ad esempio. 

Se sei un insegnante o lavori nel settore pubblico non puoi aprire partita iva perché hai un’esclusività con il pubblico impiego. 

Ma ci possono essere delle eccezioni.. 

Pensa ad esempio quando ci sono i contratti part time oppure quando ci sono i contratti a tempo determinato. In tutte queste particolari situazioni si può aprire la partita IVA. 

Altre situazioni in cui è preclusa l’apertura della partita IVA per gli insegnanti ma non per tutte le categorie. 

Ben vengano quindi le partite IVA ad esempio per gli insegnanti di diritto che ipoteticamente sono un avvocato o un commercialista. Oppure l’insegnante di educazione fisica che ha la partita iva come personal trainer.

Per il lavoratore del settore privato invece, è possibile aprire partita iva a meno che non ci siano delle clausole particolari di impedimento nel contratto di lavoro. 

Qualora tu fossi un dipendente del settore privato, ti consiglio di consultare le risorse umane della tua azienda per informarti su questo aspetto in modo da non ledere quel vincolo di fiducia tra te e l’azienda. 

La partita iva dal punto di vista fiscale

Qualora io decida di aprire partita iva, posso sfruttare a mio vantaggio più situazioni sia lato fiscale sia quello previdenziale. 

Vediamoli insieme. 

Aprire partita iva con contratto da dipendente preclude 2 variabili fiscali: 

  • se il tuo reddito annuale lordo è maggiore di 30.000€ è precluso il regime forfettario. Quindi a livello fiscale non si può aprire partita iva in regime forfettario perché è una delle clausole di esclusione: Il tuo regime fiscale quindi sarà ordinario .

    In questo video ti spiego tutte le clausole di esclusione 
  • se il tuo reddito annuale lordo è inferiore di 30.000€  il regime fiscale è quello forfettario

Ma qual è la vera differenza? 

La differenza è che la tassazione derivante dal reddito con il regime forfettario, il reddito la è separata dalla tassazione che abbiamo su reddito di lavoro dipendente. 

Quindi se il mio RAL è di 29.000€ e quello derivante dall’attività di forfettario è di 25.000€, le tassazioni vengono conteggiate separatamente. 

Contrariamente, nel regime ordinario, il reddito in più che mi porta il lavoro autonomo viene

sommato al reddito che abbiamo con il lavoro dipendente. 

Facciamo un esempio: se si guadagnano 35.000€ euro e aggiungono 30 mila euro di lavoro autonomo, probabilmente la tassazione arriva al 43% (perchè appunto si sommano).

La partita iva dal punto di vista fiscale

L’aspetto interessante di questo lato è che dipende dalla professione che si andrà a svolgere. 

Se la professione che si svolgerà è di tipo commerciale, aziendale e d’impresa, avendo già l’iscrizione all’INPS come lavoratore dipendente non si è soggetti a pagare i contributi. (Quindi non si paga l’INPS)

Se invece si sceglie di essere un Libero professionista (ad esempio un consulente) allora si è soggetti al pagamento della gestione separata del 26%.

Come pagare di meno: i miei consigli

Consiglio #1: il registro delle imprese

Per quanto riguarda il regime forfettario, il mio consiglio è quello di iscriversi sempre al Registro Imprese (quindi non aprire come libero professionista) perchè questo ti permette di non pagare l’INPS

Consiglio #2: l’alternativa alla partita iva ordinaria

Per chi ha un RAL maggiore di 30.000€ ti consiglio di separare le due attività: da un lato hai il lavoro da dipendente e dall’altro ad esempio puoi aprire una SRL (o srls) e utilizzare questa impresa come centro di imputazione delle tue spese, quindi prendere i soldi direttamente da qui con tutte le modalità di pianificazione fiscale che spiego nei miei corsi. 

SCOPRI IL METODO UNICO PER DARE MENO SOLDI AL FISCO E FAR CRESCERE LA TUA AZIENDA E IL TUO TENORE DI VITA

Conclusioni

Questi sono solamente alcuni dei numerosi vantaggi che si possono ottenere quando si è a conoscenza delle cose, soprattutto in materia di impresa e fiscalità. 

Sono veramente tanti gli Intrecci giuridici che si possono fare in base alle varie esigenze che un imprenditore ha e quindi è importante affidarsi sempre alle persone che possono individuare questi Intrecci giuridici per raggiungere il miglior obiettivo. 

Avv. Carlo Alberto Micheli

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