Come Pagare Meno Tasse con la Teoria delle Bandiere
INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI
La teoria delle bandiere è una strategia di pianificazione fiscale basata sullo sfruttamento dei vantaggi dei regimi fiscali di Paesi diversi per ridurre le tasse da pagare e proteggere il patrimonio.
Elaborata negli anni Ottanta dal consulente finanziario Harry D. Schultz, la teoria delle bandiere si è evoluta nel tempo diventando sempre più complessa e precisa. Si basa sull’idea che mantenere tutti i propri affari e interessi in un unico luogo non sia conveniente perché obbliga a sottoporsi al controllo, alle norme e al prelievo fiscale dello Stato di riferimento. Non solo: significa anche essere esposti ai rischi derivanti da crisi politiche o economico-sociali che possono verificarsi in quello Stato e non avere quindi piena libertà di disporre del proprio patrimonio.
Questa teoria va ben oltre i classici stratagemmi dello spostamento della residenza o delle società offshore, delineando un vero e proprio stile di vita finalizzato a perseguire la massima esenzione fiscale possibile. Si capisce, quindi, come sia una materia da conoscere alla perfezione prima di poterla mettere in pratica, perché impone di camminare spesso al confine tra legalità ed elusione o evasione fiscale.
Cosa dice la teoria delle bandiere
Il nome “teoria delle bandiere” allude all’idea di piantare tante bandiere in tanti Stati diversi, come un conquistatore. Questa immagine simboleggia la dislocazione dei propri affari, dei propri soldi e della propria vita quotidiana in quegli Stati. L’obiettivo è prendere solo il meglio di ciò che ogni Paese può offrire.
La teoria originariamente elaborata da Schultz prevedeva 3 bandiere:
- un Paese dove vivere da turista con un secondo passaporto;
- un Paese dove stabilire la residenza fiscale;
- un Paese dove collocare le proprie ricchezze.
Di base, quindi, Schultz raccomandava di prendere la seconda cittadinanza in un Paese, avere la residenza fiscale in un altro e detenere la ricchezza in un altro ancora.
In seguito si è aggiunta una quarta bandiera: quella del Paese dove produrre reddito, che deve essere ancora diverso dai primi tre prescelti.
La quinta bandiera è la più marginale e ambisce a far risparmiare non solo sulle imposte dirette, ma anche su quelle indirette, cioè sui consumi: è la bandiera del Paese dove trascorrere le vacanze, idealmente un Paese con un’IVA molto bassa.
Vediamo dunque i criteri in base a cui scegliere ciascuna bandiera per ottenere il massimo guadagno in termini di riduzione delle tasse.
La bandiera della residenza fiscale
Partiamo dalla prima bandiera: per ridurre al minimo la tassazione sul reddito, bisogna scegliere di collocare la residenza fiscale in un Paese che applica la tassazione basata sul criterio territoriale. In altre parole, un Paese dove vengono tassati solo i redditi prodotti entro i suoi stessi confini territoriali e non i redditi prodotti all’estero. L’esempio più scelto è Singapore.
Ci sono, infatti, Stati che applicano altri criteri: il criterio di residenza e il criterio di nazionalità. Il primo prevede il pagamento delle imposte nel luogo di residenza per tutti i redditi prodotti ovunque nel mondo. Il secondo, invece, che è il più restrittivo, impone di pagare sempre le tasse nel Paese d’origine, anche se si produce reddito altrove e si vive altrove.
In alcuni Paesi per ottenere la residenza fiscale è obbligatorio avere relazioni stabili in quel territorio e/o trascorrervi lunghi periodi di tempo: si può scegliere di stabilirvi la propria vita privata e pagarvi eventualmente una tassazione minima, dato che non si producono redditi in quel Paese. Oppure si può individuare un Paese dove si possa risultare residenti fiscali trascorrendovi solo brevi periodi, non sufficienti a far scattare alcuna tassazione (un esempio è la Malesia).
In questo caso si diventa veri “perpetual traveler”: chi sceglie di mettere in pratica la teoria delle bandiere alle sue estreme conseguenze deve essere abituato a viaggiare molto. Per evitare il più possibile l’imposizione fiscale, infatti, la strategia migliore è quella di non fermarsi mai in alcun posto per abbastanza tempo da essere considerato suscettibile di pagarvi delle tasse o subire dei controlli sulle proprie attività.
La bandiera della produzione dei redditi
La seconda bandiera riguarda la sede della propria attività, cioè della produzione di reddito: gli Stati migliori sono, ovviamente, i paradisi fiscali, cioè quelli che hanno in generale una bassa tassazione ma soprattutto che non prevedono ritenuta in uscita sui trasferimenti di denaro.
Questa bandiera è particolarmente importante, perché ci sono molti fattori da prendere in considerazione: oltre al mero regime fiscale, anche le condizioni per creare e gestire un’impresa, la burocrazia, le agevolazioni ecc. Alcuni esempi classici sono le isole Cayman, le Isole Vergini Britanniche e gli Emirati Arabi.
La bandiera della detenzione del patrimonio
I redditi così prodotti devono poi essere detenuti in un altro Paese: ecco la terza bandiera. Forse è la più facile, perché rimanda a una strategia fra le più note in ambito di pianificazione fiscale. Per proteggere il proprio patrimonio è opportuno conservarlo in un Paese finanziariamente solido, sicuro dal punto di vista politico-sociale, fautore della tutela e della riservatezza dei risparmi depositati. I più noti sono Svizzera, Lussemburgo e Liechtenstein.
La bandiera (o le bandiere) della cittadinanza
È possibile che il proprio Stato di nascita sia già un luogo favorevole dal punto di vista della tassazione sui redditi e del controllo sulle proprie attività: in quel caso questa bandiera diventa meno necessaria. In generale, però, avere un secondo passaporto è sempre utile per garantirsi una maggiore libertà.
Su queste basi bisogna scegliere la quarta bandiera: un secondo Paese di cui avere la cittadinanza, dove non ci sia la tassazione sulla nazionalità né regole o controlli per le attività all’estero e dove si possa risiedere per un’importante parte dell’anno senza risultare residenti fiscali. Le regole variano da Paese a Paese, infatti in alcuni si può vivere fino a sei mesi come semplici turisti oppure con permessi di soggiorno prolungati.
La bandiera delle vacanze
La quinta e ultima bandiera è la più sottile: per risparmiare anche sulle imposte dirette è bene scegliere per le proprie vacanze Paesi dove i consumi hanno una tassazione bassa, cioè un’IVA leggera. Di nuovo gli Emirati Arabi ne sono un esempio, ma ce ne sono molti altri soprattutto in Sud America e in Asia.
Vantaggi e svantaggi della teoria delle bandiere
Applicando tutti i punti della teoria delle bandiere, si può riuscire ad arrivare a un’esenzione fiscale del 100%, quindi a una tassazione zero. Oppure si può riuscire a pagare le tasse solo nel Paese dove si producono i redditi, che sarà un Paese a tassazione molto bassa.
Il vantaggio è indubitabilmente enorme. Per ottenerlo, però, senza incorrere in contestazioni e sanzioni molto gravi, è indispensabile affidarsi a consulenti esperti in fiscalità internazionale con cui stilare un piano dettagliato di applicazione della teoria. Questo piano, inoltre, va aggiornato ogni anno, perché in molti Paesi i regimi fiscali subiscono modifiche frequenti.
Non è sicuramente una vita adatta a tutti: bisogna essere disposti a spostarsi continuamente, diventa più difficile avere affetti stabili e non è praticabile dai professionisti che svolgono lavori legati all’intelletto. Chi è aperto e predisposto alla massima flessibilità, però, può ottenere in cambio una grande libertà. Per gli altri, si può comunque valutare di mettere in pratica solo alcune delle bandiere, ottenendo dei vantaggi fiscali senza stravolgere la propria vita.
Avv. Carlo Alberto Micheli