Pos obbligatorio – Chi sono i soggetti interessati, cosa rischiano e i bonus per l’acquisto
INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI
Svolta epocale contro l’evasione come si auspica da un lato o altro salasso per i piccoli imprenditori e professionisti come si preannuncia dall’altro? Oggi parliamo dell’introduzione del pos obbligatorio per tutti gli esercenti attività di impresa arti e professione che è ormai arrivata e, con essa, anche le sanzioni per chi non si doterà dello strumento per i pagamenti elettronici.
Per i commercianti e professionisti (tra cui anche medici, avvocati, geometri, etc…) che non daranno la possibilità ai propri clienti di pagare con il bancomat sono previste due sanzioni, una fissa e una variabile.
Vediamo nel dettaglio:
- Quali sono i rischi per gli esercenti
- Chi sono le categorie interessate
- Gli escamotage per non accettare pagamenti digitali
- Quali spese in più avranno gli esercenti
- I bonus previsti per l’acquisto degli apparecchi
Sono Carlo Alberto Micheli, Avvocato e Dott. Commercialista, Fondatore di Myaccounting.it – Servizio di commercialista online per pmi e professionisti – con i miei contenuti blog e video aiuto le persone a districarsi nelle trame fiscali – Se non l’hai già fatto ti invito ad iscriverti al mio canale youtube dove potrai usufruire gratuitamente dei miei contenuti video e dei miei corsi di sviluppo imprenditoriale.
Ma veniamo a noi:
1 -“L’evasione fiscale va combattuta e perseguita in ogni modo e con qualunque mezzo”
E’ in ottica di questo obiettivo programmatico, delineato a più riprese dal programma nazionale di ripresa e resilienza, che vengono previste multe per quegli esercenti che non accetteranno più a far data dal prossimo 30 giugno 2022 pagamenti a mezzo pos. La sanzione si comporrà di una componente fissa, pari a 30 euro, oltre ad una variabile parametrata all’entità della transazione negata, 4%.
Cosi ad esempio:
sanzione fissa: 30,00 euro
sanzione variabile: 100X4% 4,00 euro
Totale Sanzione: 34,00 euro
Tutto questo sarà sufficiente a combattere l’evasione? Io credo che l’evasione nelle piccole transazioni sia frutto di un accordo tra cliente e professionista. I quali ottengono dalla mancata applicazione delle imposte vantaggi reciproci. Ogni volta che si punta il dito altri quattro puntano verso di noi. Non mi sono mai piaciuti i giustizialisti.
A parer mio, che viaggio solo con carte, quest’obbligo risolve in termini di praticità. Ma il fatto che ogni volta che in Italia si decide qualcosa vi debbano sempre essere multe e spese aggiuntive per i lavoratori autonomi mi manda in bestia.
Sostenere obbligatoriamente delle spese – e fidatevi – ogni giorno ce n’è una nuova, nasconde sempre un metodo di tassare o meglio tartassare le iniziative imprenditoriali. Quindi informo, ma non esulto.
2 – Pos obbligatorio: Chi sono le categorie interessate
Oltre ai commercianti, bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie etc.. Saranno interessati dalla novità numerose figure professionali: artigiani, falegnami, fabbri, idraulici, ristoratori, baristi, negozianti, ambulanti, notai, avvocati, ingegneri, geometri, commercialisti, medici, consulenti del lavoro, dentisti e professionisti in genere.
In sostanza chi offre servizi al pubblico deve munirsi di pos per l’accettazione di pagamenti digitali.
3 – Gli escamotage per non accettare pagamenti digitali
La prima eccezione per evitare la sanzione ha carattere tecnico, non sarà di fatto possibile segnalare il commerciante che abbia problemi sulla linea internet.
La seconda eccezione per aggirare il divieto potrebbe essere quella di accettare un unico circuito ed una sola tipologia di carta di debito, ad esempio il solo bancomat.
La terza eccezione è che in caso di eccessive segnalazioni e il fatto che il procedimento sanzionatorio (consistente nell’attivazione delle autorità) costi di più della sanzione elevabile riduca drasticamente i controlli.
Eccezione questa sulla quale io non farei affidamento, visto quante volte le autorità locali abbiano cosi tanta eccitazione nel sanzionare cittadini che commettono piccole infrazioni quando interi quartieri versano nel degrado e nell’abuso (ma questa è un’altra storia).
4 – Le maggiori spese per gli esercenti legate al pos obbligatorio
Non tutti gli esercenti dispongono di una linea internet all’interno del proprio negozio, semplicemente perché non ne hanno bisogno o semplicemente perché non la vogliono mettere. Ma in taluni casi saranno obbligati, per un fine “buono”.
Un fine buono può ogni volta giustificare maggiori spese forzose e non volute per gli autonomi? Ma poi, buono per chi?
Voi direte che ormai esistono i pos direttamente collegabili al telefono, certamente, ma in molti centri storici o quartieri ad alta intensità nei fondi commerciali la linea mobile fa i capricci con una inevitabile virata verso la linea internet fissa a costo dell’esercente.
Inoltre i pos mobile hanno, a seconda delle offerte, costi di attivazione, abbonamento mensile e commissione sul transato che spesso e volentieri non sono cosi vantaggiosi rispetto alle banche tradizionali.
Al netto di offerte e promozioni potremmo sintetizzare i costi in più per gli esercenti cosi:
- Attivazione linea internet per chi non può usufruire del mobile
- Costo di attivazione del servizio
- Canone del servizio pos
- Commissione sul transato
Un vero affare per le banche e gli intermediari (e per lo stato che si inserisce sempre) questa lotta all’evasione. Che non modificherà niente sul fronte evasione.
5 – I bonus previsti per l’acquisto degli apparecchi
Ma ecco che il nostro buono stato, che si preoccupa per le aziende, è subito pronto con i suoi bonus a proteggerci dai costi. E quindi cosa c’è di meglio che istituire nuove sovvenzioni con tanto di pratiche telematiche per ottenere l’ennesima elemosina? Che poi tante volte è più il tempo perso nel chiedere questi aiuti che l’aiuto in se.
In ogni caso, sono previsti e noi ne parliamo. Innanzi tutto non è un bonus, ma è un credito di imposta. La differenza è che con i bonus ti arrivano i soldi, mentre con il credito di imposta prima paghi e poi (a particolari condizioni) quel pagato potrai scalarlo dalle tasse che dovrai allo stato.
Il credito di imposta avrà un valore massimo di 160 euro e cambia a seconda del fatturato dell’anno precedente:
- 70% della spesa sostenute, fino ad un massimo di 160 euro, per chi ha un fatturato fino a 200.000 euro;
- 40% della spesa sostenuta, sempre fino a un massimo di 160 euro, per chi ha un fatturato tra 200.000 euro e 1 milione;
- 10% della spesa sostenuta, sempre fino a un massimo di 160 euro, per le aziende con fatturato tra 1 milione e 5 milioni.
Potevano anche agevolare solo i primi a questo punto, magari al 100%. Troppo difficile vero? In ogni caso sarà possibile aumentare il bonus fino a 320 euro qualora oltre al pos venga acquistato un sistema per gli scontrini telematici.
Venghino signori venghino. Dal botteghino dell’erario è tutto.
Avv. Carlo Alberto Micheli
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