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Tasse e Criptovalute – La tipologia di wallet incide sulla dichiarazione al fisco?

Ho aperto da poco la mia rubrica blog sul sito di Myaccounting.it, ma quando parliamo di tasse e criptovalute non posso non rinviare a tutta la contenutistica pubblicata negli ultimi due anni sul mio canale YouTube oltre al mio ebook gratuito sulla tassazione delle criptovalute che ha superato i 50.000 downloads ed ulteriori contenuti tematici. 

Ti segnalo questo articolo se vuoi approfondire il quadro generale su come essere in regola con il fisco con le tue monete virtuali: https://www.carloalbertomicheli.it/dichiarazione-2022-criptovalute-e-asset-digitali-cose-da-sapere-e-pericoli-da-evitare/

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Ma veniamo a noi. Oggi voglio parlarti delle varie tipologie di wallet e della loro (non) rilevanza nei confronti del fisco. 

Tasse e criptovalute: cosa cambia in dichiarazione dei redditi se ho tipologie di wallet diversi?

Come sappiamo esistono molteplici tipologie di wallet virtuali. Ma che cosa è un wallet virtuale? Un wallet virtuale è un (traduzione) portafoglio virtuale dove semplicemente deteniamo le nostre monete virtuali. Si tratta quindi di strumenti utilizzati per la gestione e conservazione dei nostri bitcoin e dei nostri indirizzi.

Questi wallet possono assumere caratteristiche diverse e forme diverse, possono essere installati solo su smartphone, essere disponibili solo online o essere inseriti dentro piccole chiavette usb. 

In gergo tecnico si possono distinguere tra:

  • Wallet Mobile
  • Wallet Online
  • Wallet Hardware
  • Wallet Desktop

Le loro differenze dipendono dalla fisicità o meno e dalle modalità di utilizzo e nella maggior parte dei casi assolvono alla medesima funzione, ovvero la conservazione delle monete.

Il ragionamento deve quindi vertere lato fiscale su cosa interessa al fisco.

Il fisco e le autorità fiscali, autori di sempre maggiori pretese nei confronti dei contribuenti, vogliono conoscere le informazioni relative ai valori virtuali (asset) detenuti dai residenti in Italia.

Seppur negli ultimi mesi stiano aumentando gli obblighi informativi a carico delle aziende che offrono i servizi di custodia e compravendita di monete virtuali, il contribuente non è esonerato da tale comunicazione, ma, anzi, ne è obbligato!

Tale obbligo si concretizza in due adempimenti precisi:

  • COMPILAZIONE DEL QUADRO RW: Tale attività consiste nell’inserire in dichiarazione dei redditi il controvalore in euro delle monete virtuali che deteniamo nei nostri wallet virtuali. Nel mio ebook spiego la completa compilazione e i casi particolari. Questo adempimento è obbligatorio in ossequio all’art. 4 del d.lgs. 167/90 in quanto oltre a comunicare attività suscettibili di produrre un reddito assolve anche ad una funzione di antiriciclaggio. Questi sono due concetti fondamentali: essere suscettibili di produrre reddito significa che io devo dichiararne il possesso anche se non ho guadagnato niente, mentre assolvere alla normativa antiriciclaggio serve a noi per dimostrare che niente abbiamo a che fare con fenomeni connessi alla criminalità.
  • COMPILAZIONE DEL QUADRO RT: Se dai nostri investimenti in cripto abbiamo ottenuto dei proventi, questi andranno indicati nel quadro RT quali redditi diversi e sulle plusvalenze ottenute ci troveremo a pagare, a particolari condizioni (vedi e-book), il 26% sul capital gain.

E le chiavi Private?

Online si è sentito tante volte che le chiavi private essendo detenute “in casa” non possano essere considerate attività estere e quindi non si debbano dichiarare. In realtà questa cosa oltre ad essere errata è anche a parer mio un ragionamento ingenuo. Difatti non si parla di attività estere soltanto in RW, ma anche di attività di “natura estera” e nessuno può mettere in discussione che le criptovalute abbiano questa caratteristica. Inoltre, esiste una soglia di rilevanza fiscale sotto la quale non vi è tassazione nelle cessioni a pronti di moneta virtuale. Come potremmo calcolarla e dimostrare alle autorità fiscali il non superamento della franchigia se omettiamo di dichiarare?

Bisogna esser seri e precisi, la dichiarazione dei redditi è una cosa importante e non rispondiamo alla guardia di finanza per luoghi comuni.

Le monete virtuali si dichiarano sempre, senza soglie minime, e indipendentemente da dove siano detenute. L’agenzia delle entrate nelle sue istruzioni ci da anche la possibilità di metterle tutte insieme, in un unico rigo. Ci semplifica sotto questo lato, abusarne potrebbe essere un nostro svantaggio

Personalmente ho compilato più di mille RW per i nostri clienti nell’ultimo anno e devo dire che ogni caso è un caso particolare e spesso ci siamo trovati a fare dichiarazioni diverse per situazioni simili. La normativa è vero, non è chiara, ma gli obblighi lo sono e non rispettarli potrebbe portare a conseguenze davvero nefaste.

AVV. Carlo Alberto Micheli

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